Il cane o il gatto di casa spesso sono considerati come parte della famiglia. Molti ignorano però che le coccole di/ad un animale domestico, pur facendo molto bene all’umore, possono essere veicolo di infezioni, spesso banali a volte più serie. Lo sostengono esperti dell’università della California. In particolare, Bruno Chomel, docente della scuola di Medicina veterinaria dell’ateneo californiano, sulla rivista del Center for disease control and prevention (Cdc) statunitense, Emerging Infectious Diseases, ha pubblicato una ricerca in cui ha raccolto i risultati di un vasto elenco di studi sull’argomento. Il primo e più importante risultato che emerge è che comunque si parla di casi abbastanza rari. Tuttavia lo scienziato ricorda che il 60 per cento di tutti gli agenti patogeni umani possono essere trasmessi anche da un animale, mentre più di 100 delle 250 malattie zoonotiche identificate finora provengono proprio da animali domestici. (Per chiarire le zoonosi sono le malattie infettive che dall’animale possono passare all’uomo, mentre viceversa si chiamano antropozoonosi quelle che dall’uomo passano agli animali). Un altro studio del Cdc ha dimostrato che circa il 14 per cento della popolazione statunitense è stata infettata da nematodi, parassiti che causano la toxocariasi: ci si può infettare con il contatto con le feci del gatto infetto, perché le uova e le larve di questo parassita sono proprio lì. Una sessantenne inglese invece si è ammalata di meningite probabilmente a causa dell’abitudine di baciare sulla bocca il cane di casa. Una coppia ha contratto l’infezione da Mrsa (stafilicocco aureo) ripetutamente perché lasciava che il cane riposasse sotto le coperte. Dormire con Fido, ancora, per alcuni ha significato ammalarsi di anchilostomiasi: il parassita può penetrare attraverso la cute e migrare fino al duodeno, dove poi resta annidato. Ma nel ricco elenco c’è anche la tigna (una micosi) senz’altro preferibile a quelle contratte direttamente dagli umani, ma comunque fastidiosa; la malattia da graffio di gatto, un’infezione batterica piuttosto pesante. A maggior rischio sono i bambini piccoli, gli anziani, e coloro il cui sistema immunitario è compromesso, come i pazienti sottoposti a trapianto, i diabetici e le persone sieropositive. Non si tratta di fare allarmismo, dicono gli studiosi, bisogna piuttosto curare molto i propri animali, perché un cane o un gatto sano difficilmente sono veicolo di infezione. Secondo Larry Kornegay, presidente dell’American Veterinary Association, si tratta appunto di esempi rari: chi tiene un animale in casa deve semplicemente adottare precauzioni dettate dal buonsenso per ridurre al minimo i rischi e far si che i benefici che un animale apporta alla nostra qualità di vita siano superiori. Ad esempio, dopo aver giocato col cane o con il gatto, occorre sempre lavarsi le mani. Anche portarli regolarmente dal veterinario per un controllo è un ottimo modo per fare della convivenza con un animale un’esperienza priva di pericoli per la salute. E le zoonosi inverse, le antropozoonosi? Che rischi corre l’animale di casa a stare sotto le coperte con noi? . In particolare in questo periodo dell’anno, con l’insorgenza di malattie da raffreddamento, è molto facile che l’uomo diventi l’agente scatenante. I malanni stagionali, quindi, vengono assorbiti e assimilati anche dagli animali di affezione, in particolare il raffreddore, come dimostrano studi delle Università dello Iowa e dell’Oregon; quindi se il proprietario è febbricitante è meglio per Fido tenersene alla larga…