Lei è Minù: un giorno la sua padrona l’ha trovata in questo stato. Tetraparetica, non riusciva nemmeno a tenere la testa eretta. L’atteggiamento da lei assunto viene definito dai neurologi “postura di Shiff-Sherrington”, ed è di solito associato ad un grave danno al sistema nervoso centrale. Non si sa cosa sia successo a questa gattina, ma, […]
Questa volta non parliamo di animali, ma di veterinari, e del loro rapporto con i padroni degli animali… Un blog di veterinari, exoticpetvet, ha raccolto pareri da professionisti di tutto il mondo, chiedendo loro quali fossero i comportamenti dei proprietari che causassero loro maggiore apprensione o frustrazione; sembra strano, ma veramente tutto il mondo è […]
La prima volta che ho visto Vinicius, questo dolcissimo micetto, che si aggirava sotto casa miagolando, ho subito intuito che sarebbe venuto ad abitare da noi, freschi sposini. Avevo sempre avuto gatti e, nella mia nuova famiglia, non vedevo l’ora che il destino mi facesse incontrare l’ennesimo trovatello da adottare. Una volta conquistata la sua […]
Fortunin non è stato adottato, è lui che ha adottato noi. Un giorno mio marito è andato a Santa Giulia, una volta parcheggiata la macchina e aperta la portiera, questo gattino è corso dentro l’abitacolo. Inizialmente non voleva saperne di scendere, ma una volta riuscito Luigi non è riuscito neanche a tornare a casa tanto […]
Il mio cane si chiama Toby, lo abbiamo trovato grazie all’aiuto del rifugio di Rapallo. E’ un cane molto simpatico e giocherellone, in poco tempo ha conquistato tutta la mia famiglia, persino mia madre che aveva paura dei cani non riesce a resistere! Ha sempre voglia di giocare, quando lanciamo la sua pallina… diventa matto. […]
La Toxoplasmosi è un’infezione parassitaria causata da un protozoo di piccolissime dimensioni, il Toxoplasma gondii. In che modo il gatto può contrarre la toxoplasmosi? – ingerendo carni crude contaminate – cacciando uccelli e topi contaminati dalle cisti del toxoplasma I gatti di casa alimentati con prodotti in scatola e la cui lettiera viene cambiata e ripulita tutti i giorni, difficilmente possono essere portatori del parassita. Come avviene il contagio con la toxoplasmosi? Ingerendo carni crude o verdure contaminate non ben lavate. Altra forma di contaminazione si verifica entrando a contatto e ingerendo inavvertitamente (attraverso le mani sporche) le feci del gatto malato rimaste 2/3 giorni “dimenticate’’ nella lettiera. Affinchè le feci siano contaminanti è inoltre necessario che avvenga la loro maturazione (nota come sporulazione) del parassita: ciò si verifica, come già detto, in 2/3 giorni ma soprattutto con idonee condizioni di temperatura e umidità ambientale. Quali sono le precauzioni per non contrarre la toxoplasmosi? – delegare ad altre persone la rimozione delle feci – pulire quotidianamente la lettiera – usare guanti per pulire la lettiera e lavare le mani – alimentare il gatto con alimenti commerciali (scatolette e/o croccantini)
La leishmaniosi è una malattia che oltre ad essere pericolosa per l’uomo colpisce anche i cani. È provocata da protozoi trasmessi dai flebotomi, insetti molto simili alle zanzare. In Campania è endemica, soprattutto nella zona ai piedi del Vesuvio, ma è molto diffusa anche in altre regioni d’Italia, come il Lazio e la Toscana. Il problema si ripresenta con maggiore virulenza e frequenza ogni estate, quando il caldo e l’umidità favoriscono la proliferazione delle zanzare. Ecco alcuni consigli del veterinario Mario Fraticelli del movimento «Uomo, natura, animali» (Una). La puntura. I mesi più pericolosi sono quelli tra aprile e ottobre: i flebotomi colpiscono pungendo il naso del cane e la parte interna delle orecchie riversando il parassita nel sistema circolatorio del cane. Agiscono preferibilmente nelle ore notturne e al tramonto e hanno un sistema vero e proprio di «intercettazione» grazie all’attrazione dell’urea e dell’anidride carbonica. Questo flebotomo non ha bisogno di acqua e vive in ambienti protetti come quelli vulcanici ricchi di pietre laviche o di tufo. I sintomi. I primi sintomi della leishmaniosi sono minimi, appena percettibili agli occhi attenti di un padrone amorevole – crescita delle unghie al di là del normale, depigmentazione del tartufo – ma col […]
Il mio cane si chiama Toby, lo abbiamo trovato grazie all’aiuto del rifugio di Rapallo. E’ un cane molto simpatico e giocherellone, in poco tempo ha conquistato tutta la mia famiglia, persino mia madre che aveva paura dei cani non riesce a resistere! Ha sempre voglia di giocare, quando lanciamo la sua pallina… diventa matto. Dorme in camera con me, così facendo posso evitare di mettere la sveglia al mattino, perché quando non ha più voglia di dormire sale sul letto mi tira le coperte finché non mi sveglio. La sua passione sono le pigne, quando lo porto a spasso e ne trova una ci gioca, la morde e la porta in bocca finché non la rompe tutta.
Nel cane, entro il secondo mese di vita o entro il primo mese dall’adozione, è obbligatoria l’iscrizione all’anagrafe canina. Ciò avviene attraverso l’introduzione in maniera sottocutanea, fra orecchio e scapola sinistra, di un microchip con codice numerico univoco che identifica l’animale. La registrazione del cane, ad oggi, avviene online da parte del veterinario che provvede ad inserire il codice del microchip e i dati del proprietario. Si ricorda che l’iscrizione all’anagrafe canina oltre ad essere un obbligo del cittadino è anche il primo passo per poter rintracciare il proprio cane in caso di smarrimento. L’utilità del microchip si ritrova nel contrastare il randagismo e il triste fenomeno dell’abbandono estivo, infatti, tramite, il microchip si risale al proprietario, rilevando anche eventuali responsabilità. Si ricorda che il costo dell’installazione del microchip è assai basso, attorno ai 5 euro, per agevolarne la diffusione. Questa pratica non è nociva per l’animale, nè durante l’inserimento nè successivamente, in quanto i circuiti sono interni e sono inseriti in una capsula per impedirne il contatto diretto con la pelle e con i liquidi corporei. Il microchip entra in funzione soltanto quando è sollecitato dal lettore ottico.
Fortunin non è stato adottato, è lui che ha adottato noi. Un giorno mio marito è andato a Santa Giulia, una volta parcheggiata la macchina e aperta la portiera, questo gattino è corso dentro l’abitacolo. Inizialmente non voleva saperne di scendere, ma una volta riuscito Luigi non è riuscito neanche a tornare a casa tanto stava pensando a quel gattino rosso che non voleva uscire, così è tornato indietro, ha aperto la portiera e il micio era ancora lì che lo aspettava, è entrato in macchina e anche nei nostri cuori. E’ stato chiamato Fortunin proprio perché è stato fortunato a trovare una famiglia amorevole, ma allo stesso modo anche noi siamo stati fortunati a trovare un gatto così coccolone.
E’ attivo il nuovo numero di telefono anti bocconi avvelenati nazionale per la segnalazione di ritrovamento di bocconi promosso dall’ AIDAA (Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente). Il numero è in funzione tutti i giorni dalle ore 10.00 alle ore 20.00 e fornirà informazioni dirette su cosa fare e a chi rivolgersi, quando si trovano dei bocconi avvelenati sia negli spazi pubblici come parchi o boschi o negli spazi privati a partire dai condomini. Chiunque trova o ha il sospetto di aver ritrovato un boccone avvelenato potrà chiamare il 3926552051 (costo della telefonata come da piano tariffario del proprio operatore) e ricevere subito le prime informazioni utili. In Italia nel corso del 2013 sono stati circa 19.600 gli animali domestici (cani, gatti ed altri piccoli animali del giardino) morti a causa di bocconi avvelenati sparsi da veri e propri killer. Nel corso dei primi tre mesi di questo 2014 sono già centinaia le segnalazioni al telefono anti bocconi avvelenati di cani e gatti. Le situazioni più serie di sono verificate per i cani in Sicilia con oltre un centinaio di casi segnalati, Lazio, Lombardia, Piemonte e Toscana. Anche in Liguria, però, i casi sono aumentati, come emerge anche sulla pagina […]
La prima volta che ho visto Vinicius, questo dolcissimo micetto, che si aggirava sotto casa miagolando, ho subito intuito che sarebbe venuto ad abitare da noi, freschi sposini. Avevo sempre avuto gatti e, nella mia nuova famiglia, non vedevo l’ora che il destino mi facesse incontrare l’ennesimo trovatello da adottare. Una volta conquistata la sua fiducia, è diventato parte della nostra famiglia, seguito poi da Lucilla e Trughino. Tutte le mattine mi sveglia facendomi le fusa e accoccolandosi accanto a me, ma ogni momento della giornata è buono per farmi capire quanto mi voglia bene.
Il virus Ebola, della famiglia Filoviridae, provoca nell’uomo e nei primati non umani una grave malattia spesso mortale se non trattata.La prima comparsa del virus risale al 1976, quando si verificarono due focolai contemporanei, in Congo e in Sudan; l’origine del virus non è nota, ma sulla base delle evidenze disponibili i pipistrelli della frutta, una famiglia di pipistrelli che si trova nell’Africa sub sahariana, in vicino oriente, India e Oceania, sono considerati i probabili ospiti di questo patogeno. Il virus Ebola non è molto resistente nell’ambiente esterno, ed è ucciso facilmente da sapone, candeggina, luce solare ed asciugatura, per cui per la trasmissione della malattia è necessario lo stretto contatto con fluidi corporei (sangue, plasma, etc) e secrezioni (feci, urine,saliva, etc) di un individuo infetto. Nelle aree rurali dell’Africa, il virus Ebola può infettare i mammiferi e in effetti è così che si diffonde, verosimilmente dai pipistrelli, agli animali che vivono nelle foreste ed alle persone che cacciano questi animali dando inizio all’epidemia, come spiega Tom Frieden, direttore degli U.S. Centers for Disease Control and Prevention. Ma qual è la situazione riguardo ai nostri animali domestici? Il cane può essere infettato dal virus Ebola ma non manifesta sintomi della […]
La diagnosi delle discopatie si basa, in primis, sull’esame neurologico, che aiuta il medico ad identificare il tratto di colonna vertebrale coinvolto. A questo proposito esiste una manovra compresa nell’esame neurologico che può essere molto importante, mentre in altri casi è considerata poco attendibile: è la prova del riflesso pannicolare che, soprattutto nelle estrusioni toraco-lombari, può aiutarmi a localizzare con precisione la sede di compressione. Si prosegue poi con la diagnostica per immagini, che ha l’obiettivo di evidenziare la sede e la morfologia della compressione. L’esame radiologico convenzionale del rachide può rappresentare il secondo passo verso la diagnosi di estrusione discale. Gli scopi dell’esame radiologico sono multipli: avere una visione d’insieme del rachide con pronta identificazione di vertebre di transizione, false coste altre anomalie che possono indurre in errori di localizzazione, escludere alcune semplici diagnosi differenziali (disco spondiliti, tumori ossei), confermare il sospetto di discopatia che dovrà essere verificato e precisato a metodi diagnostici avanzati. La Tc (tomografia computerizzata) è una metodica molto utile, veloce, che consente di eseguire accurate diagnosi di localizzazione del materiale discale soprattutto se quest’ultimo è mineralizzato, ma conferisce immagini acquisite su un solo piano. La Rmn (Risonanza magnetica nucleare) costituisce la metodica di scelta, il […]
Questa volta non parliamo di animali, ma di veterinari, e del loro rapporto con i padroni degli animali… Un blog di veterinari, exoticpetvet, ha raccolto pareri da professionisti di tutto il mondo, chiedendo loro quali fossero i comportamenti dei proprietari che causassero loro maggiore apprensione o frustrazione; sembra strano, ma veramente tutto il mondo è paese, e i comportamenti umani non sono molto dissimili anche ai lati opposti del pianeta. Come in tutte le professioni spesso le frustrazioni nascono nel rapporto con il cliente e con le sue aspettative, lo stesso ambito nel quale nascono peraltro anche le soddisfazioni maggiori: è che qualche volta una frustrazione offusca le soddisfazioni di una settimana di lavoro soddisfacente, e anche il veterinario più esperto non esce indenne dalle mani di qualche cliente particolarmente esigente! Ecco i 20 esempi riportati dal blog: Chiamare la clinica 5 minuti prima dell’orario di chiusura, il venerdì sera, perché il pet da ben tre giorni ha il vomito, non mangia, trema, ha una diarrea esplosiva, ma solo in quel momento è diventata una emergenza… Dissentire da una intera serie di possibili diagnosi perché l’allevatore, il dog sitter, il barista sotto casa, il cugino o la nonna hanno già […]
COS’E’ LA PROCESSIONARIA La processionaria è un insetto lepidottero della famiglia dei taumatopeidi. E’ un parassita pericoloso soprattutto per pini (Pinus Nigra e Pinus Silvestris) e querce a foglia caduca (Quercus robur e Quercus peduncolata) anche se può, occasionalmente, colpire anche i larici, i cedri, i noccioli, i castagni, i faggi, i carpini e le betulle; le piante predilette dall’insetto sono, in ogni caso, giovani (2-5 anni). L’adulto della processonaria è una farfalla con ali larghe 3-4 cm, di colore grigio con striature brune. La femmina è, in genere, poco più grande del maschio. La loro vita è molto breve, di solito non dura più di uno/due giorni. L’insetto, una volta raggiunta la fase di maturità, fuoriesce dal terreno, di solito durante il mese di luglio. Le femmine sono le prime ad arrampicarsi sulle piante ad alto fusto, dove poi vengono fecondate dal maschio. A questo punto, il lepidottero vola alla ricerca della pianta più adatta per la deposizione delle uova. EFFETTI DELLA PROCESSIONARIA SUGLI ANIMALI La processionaria risulta molto pericolosa in particolare nei confronti di cavalli e cani, i quali, brucando l’erba o annusando il terreno, possono inavvertitamente ingerire i peli urticanti che ricoprono il corpo dell’insetto. I sintomi […]
Lei è Minù: un giorno la sua padrona l’ha trovata in questo stato. Tetraparetica, non riusciva nemmeno a tenere la testa eretta. L’atteggiamento da lei assunto viene definito dai neurologi “postura di Shiff-Sherrington”, ed è di solito associato ad un grave danno al sistema nervoso centrale. Non si sa cosa sia successo a questa gattina, ma, al momento della visita, la prima ipotesi diagnostica è stata quella di un trauma spinale dovuto, ho supposto, ad un investimento. La visita specialistica mi ha poi permesso di essere più precisa nella localizzazione del danno neurologico, facendomi presumere una lesione spinale cervicale. Purtroppo non è stato possibile emettere una diagnosi definitiva per impossibilità di sottoporre Minù ad indagini di diagnostica per immagini avanzata. Questa è Minù nei giorni successivi al trauma: Dopo dodici giorni: La terapia conservativa (antinfiammatori, gabapentina e vitamine del gruppo B), la fisioterapia e l’impegno e la pazienza dei proprietari hanno permesso a Minù di tornare ad essere quella di prima!
Cane o gatto hanno finora regnato incontrastati in casa? Li avete trattati come figli unici? Bene. Un giorno però la famiglia si allarga: che fare? Bisogna raggiungere un nuovo equilibrio. E ci vuole tempo! Innanzitutto è bene fare un elenco delle abitudini che potrebbero cambiare per il cane o il gatto e, se immaginiamo ci possano essere dei cambiamenti, anticiparli. Consideriamo poi di dedicare sempre del tempo all’animale anche con il nuovo arrivato: non si può privare improvvisamente il gatto delle coccole serali od il cane della passeggiata! Può essere utile usare in anticipo dei prodotti per la pulizia del bebè, in modo da abituare i nostri animali ai nuovi odori. Bisognerà poi educare anche i bambini: insegniamo loro che gli animali hanno una libertà e non sono giocattoli a disposizione. Se i cani poi sono incapaci di provare rancore, i gatti possono saturare l’atmosfera di un odio freddo, composto, comportandosi come un amante offeso, non lasciandosi riconquistare da nessuna astuzia o carezza, fin quando non saranno loro a decidere che il purgatorio (nostro) è finito. Se seguiamo questi pochi consigli (i colleghi comportamentalisti potranno essere ancora più preziosi), uniti ad un po’ di buonsenso, riusciremo ad evitare disastri e gelosie […]
L’aspettativa di vita dei nostri animali domestici negli ultimi anni è notevolmente aumentata grazie ai progressi della medicina veterinaria ed alla migliore capacità di gestione da parte del proprietario. Molte persone hanno infatti raggiunto una consapevolezza ed un livello di informazione tali da riuscire ad adattare le attenzioni quotidiane alla fase di vita del proprio cane: cucciolo, adulto o anziano. Sapere quando il proprio amico a quattro zampe entrerà a tutti gli effetti nella terza età è fondamentale, perché mette il proprietario nelle condizioni di adattare lo stile di vita del cane al suo naturale invecchiamento: talvolta per assicurargli una vita lunga e sana basta semplicemente un cambio di alimentazione, un adattamento dell’esercizio fisico ed un aumento della frequenza delle visite mediche. Ma quali sono i primi segnali dell’invecchiamento? Nel cane i primi segni dell’avanzamento dell’età sono la maggiore affaticabilità, la riluttanza al movimento, la preferenza per cibi più morbidi, la tendenza alla costipazione, la maggiore sensibilità ai cambi di temperatura ed alcune modificazioni caratteriali (pian piano il cane inizia ad essere maggiormente insicuro, avere reazioni agli stimoli dati dal proprietario più lente e pian piano alterate, a non sembrare più a suo agio nelle “aree cani” o a contatto […]
Tutti noi abbiamo familiarità con la respirazione “russante” di un Bulldog o di un Carlino. A molti può risultare anche un aspetto che ispira simpatia tipico di queste razze. In realtà questo respiro non ha nulla di simpatico per questi cani, che passano tutta la loro vita con un pensiero fisso: quello di respirare! La sindrome brachicefalica può essere quindi definita come un’ostruzione delle prime vie respiratorie risultante dalla conformazione anatomica dei cani brachicefali (quelli con il muso “schiacciato”) I soggetti con questa sindrome possono essere portatori di anomalie congenite ed acquisite come stenosi delle narici (narici strette), allungamento del palato molle, eversione dei sacculi laringei ed ipoplasia tracheale. Le razze più a rischio sono Carlino, Bulldog inglese e francese, Boston Terrier, Pechinese e ShiTzu, nonostante talvolta tali alterazioni si possano riscontrare anche in razze di taglia maggiore come il BullMastiff ed il Boxer, nei quali però la gravità del problema risulta spesso inferiore. E’ evidente a tutti che i cani appartenenti a queste razze manifestano in modo più o meno marcato una respirazione difficoltosa; è però importante non fare l’errore di pensare che questa sia la normalità! Qualsiasi cane appartenente ad una di queste razze soffre di una ostruzione […]
Lo sbadiglio è contagioso: se vediamo una persona sbadigliare, entro pochi secondi è assai probabile che lo facciamo anche noi, un comportamento di imitazione osservato anche in altri animali, ma sempre relativo ai conspecifici. I cani, invece, sbadigliano anche quando vedono che lo fa un essere umano, una forma di contagio interspecie le cui ragioni non sono ancora chiare. Chi ha un cane lo sa: se sbadiglia, il suo amico a quattro zampe lo imita. È chiamato “sbadiglio contagioso”, è una cosa che succede anche a noi, se vediamo sbadigliare un amico, e i biologi evoluzionisti sostengono che sbadigliamo quando vediamo qualcuno farlo per un fenomeno di empatia. Ma alcuni studi suggeriscono che i cani non sbadiglino per empatia, bensì perché sono stressati. Molti animali sbadigliano in risposta alle situazioni stressanti: questi sbadigli “da tensione” appaiono del tutto simili a quelli “da sonno”, eccetto per il fatto che accompagnano altri comportamenti come ansimi, tremori e mugolii. Perciò è possibile che i cani percepiscano come stressante la voce o lo sbadiglio del proprio padrone e che ciò li faccia sbadigliare, e questo sbadiglio di tensione sia scambiato per contagioso. Un altro gruppo di ricerca giapponese ha invece concluso che lo sbadiglio contagioso nei […]
Vivere con un cane e prendersene cura è un’occasione per noi di riscoprire una vita più sana, il valore di un affetto sincero e disinteressato. C’è una passione in particolare che accomuna le nostre due specie: la corsa. Il numero di persone che si dedica a questa attività è in costante crescita negli ultimi anni, mentre per definizione il cane è un corridore veloce e resistente e la corsa gli permette di appagare un istinto innato, determinante per il suo benessere psico-fisico, soprattutto se vive in città. Ma come noi andiamo dal dottore prima di cominciare un’attività sportiva, così è meglio fare un controllo dal veterinario, che attesti la buona salute del nostro cane, per capire se e quanta attività può fare. Per esempio, meglio iniziare a far correre un cucciolo quando lo sviluppo fisico e articolare è giunto al termine, alla fine del primo anno di vita, mentre dopo una certa età è bene non forzarlo troppo. Ma non tutti i cani sono adatti alla corsa! Prendendo in considerazione la morfologia funzionale, i più adatti sono i cani da caccia, classificati come “galoppatori su lunga distanza”, seguiti a ruota da husky e nordici in genere, che nascono come cani da […]
Il cane o il gatto di casa spesso sono considerati come parte della famiglia. Molti ignorano però che le coccole di/ad un animale domestico, pur facendo molto bene all’umore, possono essere veicolo di infezioni, spesso banali a volte più serie. Lo sostengono esperti dell’università della California. In particolare, Bruno Chomel, docente della scuola di Medicina veterinaria dell’ateneo californiano, sulla rivista del Center for disease control and prevention (Cdc) statunitense, Emerging Infectious Diseases, ha pubblicato una ricerca in cui ha raccolto i risultati di un vasto elenco di studi sull’argomento. Il primo e più importante risultato che emerge è che comunque si parla di casi abbastanza rari. Tuttavia lo scienziato ricorda che il 60 per cento di tutti gli agenti patogeni umani possono essere trasmessi anche da un animale, mentre più di 100 delle 250 malattie zoonotiche identificate finora provengono proprio da animali domestici. (Per chiarire le zoonosi sono le malattie infettive che dall’animale possono passare all’uomo, mentre viceversa si chiamano antropozoonosi quelle che dall’uomo passano agli animali). Un altro studio del Cdc ha dimostrato che circa il 14 per cento della popolazione statunitense è stata infettata da nematodi, parassiti che causano la toxocariasi: ci si può infettare con il contatto […]
“…Dottoressa, il mio cane mi guarda di traverso!”. “Ehm, signora, non credo: piuttosto il suo cane potrebbe mostrare un’ “head tilt”…” Atassia generalizzata (incoordinazione al movimento), nistagmo (movimento ritmico involontario dei bulbi oculari, caratterizzato da fase lente e veloci), inclinazione della testa, movimento di maneggio (movimenti in circolo), caduta di lato o rotolamento, sono tutti sintomi che caratterizzano, come per sua definizione, una sindrome: la sindrome vestibolare. Il sistema vestibolare è costituito da una componente periferica, che comprende un organo recettore posto nell’orecchio interno ed il nervo vestibolare, e da una componente centrale, intracranica, formata dai nuclei vestibolari del tronco cerebrale e da alcune regioni del cervelletto. Il sistema vestibolare risponde agli effetti della gravità, mantiene l’equilibrio durante il movimento e coordina i movimenti della testa e degli occhi. La sua insufficienza rappresenta una delle malattie neurologiche più frequenti nella pratica clinica dei piccoli animali. Per noi veterinari, il passo più importante è quello di localizzare con precisione la lesione al sistema vestibolare, verificando se essa coinvolga le strutture centrali o periferiche: ciò sarà infatti fondamentale per le successive decisioni che eventualmente dovremmo prendere in materia di diagnosi, prognosi e terapia. Dunque, “orecchio o cervello”? Se capita di visitare un […]
Come non renderci conto ormai che l’ipotesi che il ruolo del cane o del gatto nella società odierna vada oltre il semplice “far compagnia”, riconoscendone invece la capacità di apportare miglioramenti alla salute dell’uomo? Sul piano del benessere fisico, mentale, sociale. Con circa 60 milioni tra cani e gatti gli italiani si dimostrano sempre più amanti dei pets, desiderando garantire loro un’elevata qualità di vita, a partire da una corretta alimentazione. Negli ultimi anni, a fianco alla vastissima gamma di alimenti industriali presenti sul mercato, pensati per tutti gli stati fisiologici dell’animale, si sta assistendo al ritorno ad un’alimentazione di tipo casalingo, affiancato da alcune tendenze emergenti, come ad esempio quelle che riconoscono nel cane moderno l’esigenza di nutrirsi come l’antenato da cui prende origine, il lupo. Qual è la dieta migliore per un cane o per un gatto? Una risposta in termini assoluti non esiste: sarebbe meglio chiedersi, piuttosto, quale sia la scelta alimentare più adatta per il singolo animale, a seconda delle diverse esigenze del soggetto e, perché no, del suo proprietario. Come regola generale, sia che lo si acquisti pronto, sia che si decida di prepararlo noi, l’alimento per il nostro animale, per poter essere definito “correttamente […]
Vicini di casa, gente incontrata al parco, la nonna: tutti sembrano sapere sempre sapere un sacco di cose sui cani. Ma siamo nel 2017: smettiamo di credere a fole raccolte in giro. Ad esempio: NON è vero che…il dobermann impazzisce perché la sua scatola cranica è troppo piccola per contenere il cervello. Forse questo mito deriva dall’effetto ottico dato dal taglio delle orecchie che faceva (uso il passato perché è stato proibito: ringraziamo sinceramente) apparire il cranio più piccolo di quanto in realtà è. In realtà i dobermann che mi è capitato di incontrare sono tutti dolcissimi. NON è vero che…se il cane scodinzola è sempre contento. Si può essere morsi da un cane scodinzolante! Lo scodinzolio è infatti anche un segno di agitazione e nervosismo: meglio osservare anche la postura della testa, delle orecchie, il movimento degli occhi… NON è vero che…la cagna debba fare almeno una cucciolata nella vita per non sviluppare tumori mammari. E’ vero il contrario! Se sterilizziamo la cagnolina in età prepubere o, al massimo, fra primo e secondo calore, non svilupperà tumori perché la mammella non ha subito stimolazioni ormonali. NON è vero che…il cane prende i vermi se mangia carne cruda. O meglio, […]
“Core” o “non-core“: non sono esercizi di corpo libero, ma termini eleganti per indicare cosa è essenziale e cosa no. Vaccinare i nostri cani e gatti è essenziale, ne va della loro salute e della nostra; già, perchè si tratta di salute pubblica, e questo deve essere chiaro: ogni proprietario dovrebbe sapere che la protezione sanitaria del proprio pet – anche quello che vive spesso in casa – concorre a proteggere la sanità pubblica del Paese. Per definizione la vaccinoprofilassi si effettua per creare uno stato immunitario nei confronti di una o più malattie e rappresenta un presidio preventivo fondamentale per la salute degli animali. Si, ma quali e quante vaccinazioni dovrà fare il mio pet, e con quale cadenza? Sta a noi veterinari consigliare un piano “personalizzato”, perchè ogni animale va sempre considerato come un paziente singolo, nella sua unicità . Parlando di cani, in Italia troviamo quattro tipi di vaccinazioni obbligatorie: parvovirosi (contro la gastroenterite emorragica), cimurro (contro un virus che può colpire il sistema nervoso, respiratorio e gastroenterico del cane) ed epatite infettiva (colpisce principalmente i cuccioli tra i 3 e i 12 mesi). I vaccini “non-core” sono invece quelli che proteggono contro la leptospirosi, la tracheobronchite infettiva […]
Il Nobel 2017 per la medicina è stato assegnato a chi ha scoperto l’orologio biologico. Non stupisce, dato che ultimamente è tutto un parlare di cosa è che ci fa vivere meglio e più a lungo: dormire almeno otto ore per notte, mangiare sano, bere un bicchiere di vino rosso al giorno, fare esercizio fisico…insomma, attività che scandiscono la vita di tutti i giorni e che rappresentano, in fondo, le “grandi funzioni organiche” (le famose “GFO”, acronimo che tanto piace a noi veterinari quando raccogliamo anamnesi). Ma tali attività scandiscono anche la “loro” vita quotidiana: ipotalamo ed ipofisi regolano infatti anche i bioritmi di Fido e Micio, contribuiscono alla regolazione della temperatura corporea, regolano i fenomeni dell’accrescimento, le situazioni di stress e di emergenza, controllano gli stimoli della sete e dell’appetito, così come il comportamento e l’attività sessuale. Anche se, fisiologicamente parlando, cani, gatti, conigli e piccoli roditori sono simili, hanno in realtà grandi differenze per quel che riguarda il bioritmo. Il cane preferisce il giorno: è più reattivo, gioca ed impara con facilità. Cerchiamo quindi, quando si può, di non lasciare troppo solo un cucciolo durante il giorno perché, se si abituerà dormire, riserverà poi le energie per la […]
Se vi accorgete che ultimamente dovete cambiare la lettiera del vostro micio un po’ troppo spesso, non sarà perché tale micio abbia pensato bene di invitare l’amico della porta accanto ad usufruire della propria toilette, ma sarà probabilmente perché fa più pipì del normale. Questo fatto, che chiamiamo “poliuria”, rappresenta uno dei sintomi del diabete mellito nel gatto, così come nel cane. Il diabete compare con maggior frequenza nei soggetti di età più avanzata e, per il cane, vi è anche una predisposizione genetica: proprietari di yorkshire terrier, labrador e golden retriever, pastori tedeschi, barboncini, chow chow, beagle, dobermann, springer spaniel, west highland white terrier, drizzate le orecchie! Tra i gatti invece sono più a rischio quelli in sovrappeso e che conducono una vita sedentaria: guarda caso, i fattori predisponenti sono gli stessi che per l’uomo. Oltre all’aumento della produzione di urina (“pulce nell’orecchio”, per rimanere in tema, anche per coloro che notano il proprio gatto fare pipì fuori dalla cassettina) i soggetti diabetici possono mostrarsi letargici e famelici ma, nonostante questo, perdere peso. Lunedì 6 novembre si è svolta a Roma la presentazione della Giornata Mondiale del Diabete, dove, seguendo un approccio “one health”, medicina umana e veterinaria hanno […]
Ora, dato che molti dei lettori di questa rubrica saranno “gattofili”, immagino siano già ampiamente istruiti su ciò di cui tratta questo articolo. Chi non sa che a tali sintomi bisogna drizzare le orecchie, alzi la mano: Il micio urina fuori dalla cassetta, oppure prova a fare pipì ma non riesce, il micio tende ad isolarsi, mangia poco, ha la pancia gonfia…Allarme!! Parliamo di patologie delle basse vie urinarie del gatto, o “FLUTD” per gli addetti ai lavori (gli acronimi vanno sempre di moda). Si tratta di un insieme di patologie che possono colpire la vescica e/o l’uretra del gatto e che si osservano più frequentemente nei soggetti di 4-7 anni. Secondo la letteratura, sembra che solo nel 20% dei casi l’eziologia sia da attribuire ad urolitiasi (calcoli e cristalli urinari), mentre pare che circa il 60% dei mici soffra di cistite idiopatica (“FIC”); la causa? Lo stress. E’ vero, spesso si è portati a considerare Micio l’animale domestico più rilassato, indipendente, mai domo; ed è così. Ma non tutti sanno che, in realtà, il gatto è estremamente sensibile: cambiamenti di ambiente, co-abitazione con altri animali, condivisione del territorio, variazioni del nucleo familiare…sono condizioni stressanti per Micio. Nel caso dei […]
Una mano sudata, una stretta decisa, la presenza di una fede, una pelle morbida o screpolata. Proprio come noi acquisiamo informazioni da una semplice stretta di mano, i cani le ricavano dagli odori dei consimili; e dai feromoni. Questi “odori del corpo” sono responsabili della comunicazione non verbale e i cani ne possiedono una vera e propria cornucopia: sono presenti nella saliva, nelle feci, nell’urina, nelle secrezioni vaginali e prepuziali e nelle ghiandole anali, perianali e del dorso della coda; offrono informazioni sessuali e sociali. Poco nobile come paragone? Forse sì, ma ben rende l’idea. Ecco perché Fido può mostrare un’abitudine un po’ antisociale, ovvero quella di alzare il muso verso la biforcazione delle gambe dei vostri amici; ed è anche la ragione per cui i Retriever preferiscono tenere in bocca un calzino sporco o la biancheria intima piuttosto che un oggetto pulito. Una delle richieste più frequenti che ci vengono rivolte in visita è quella dello “svuotamento dei sacchi anali”: ma quanti di voi si chiedono il perché a volte questo è necessario? E’ probabile che la secrezione dei sacchi anali rispecchi lo stato sociale del cane e la sicurezza di sé, oltre che la sua situazione sessuale. I […]
Più del 70% dei cani e gatti è affetto da malattie dentali. Se gli stessi dati si riferissero, ad esempio, ad una patologia cutanea, si potrebbe pensare ad una vera e propria epizoozia, cioè alla diffusione di una malattia infettiva che interessa animali della stessa specie. Ma perché la malattia odontoiatrica non riceve la stessa considerazione di altre patologie di cani e gatti? Innanzitutto occorre indagare il nostro approccio come medici veterinari alla salute dentale: quanto è importante per noi che i nostri pazienti abbiano un cavo orale sano? Cani e gatti nel nostro ambulatorio ricevono le cure dentali che riteniamo siano le migliori possibili? Le affezioni che colpiscono denti e gengive sono sicuramente responsabili di un ridotto benessere dei nostri animali. E’ importante comprendere che un nostro intervento nella prima fase della malattia dentale, quando l’interessamento di denti e gengive non rappresenta ancora una situazione grave, può avere un impatto ben diverso da un intervento nella seconda fase, quando avviene un coinvolgimento parodontale ormai irreversibile, con danni alle radici ed alle basi ossee. Nella prima fase di malattia la difficoltà sta nel proporre al proprietario un intervento in anestesia generale su denti apparentemente in buone condizioni: quanti di voi […]
Nei nostri animali i fatti ischemici e le emorragie cerebrali sono eventi più rari rispetto a quanto non si osservi nell’uomo, dove il termine più comune che si adotta in questi casi è quello di “ictus”. In medicina veterinaria si parla piuttosto di Accidenti Cerebro Vascolari (CVA), rappresentati da forme ischemiche od emorragiche. L’ischemia è provocata da una riduzione del flusso sanguigno in un’area cerebrale, per la presenza di un trombo o di un embolo, mentre l’emorragia è causata da una rottura di un vaso nel parenchima cerebrale o nello spazio subaracnoideo, cioè lo spazio compreso tra due meningi. Nel cane e nel gatto, ma soprattutto nel primo, quando si parla di infarti cerebrali si fa per lo più riferimento a forme ischemiche: queste rappresentano circa il 70 % dei casi; sono spesso forme transitorie, paragonabili ai TIA (Transient Ischemic Attack) della medicina umana. Esse causano sindromi neurologiche caratterizzate da insorgenza improvvisa di sintomi convulsivi, o molto spesso “vestibolari”, e non progressivi, cioè autolimitanti oltre le prime 24-48 ore; il grado di miglioramento dipende dalla localizzazione e dall’estensione della lesione. Tutte le aree encefaliche possono essere coinvolte, perciò la sintomatologia varia, per tipologia e gravità, a seconda della zona interessata. Qualora […]
L’ipertensione è il termine medico per la pressione alta, che è un problema comune in medicina umana, e anche riconosciuto come una condizione comune nei gatti anziani. Questa condizione clinica può restare invisibile per un lungo periodo: per questo viene solitamente chiamata “killer silenzioso” Sappiamo bene come i gatti a volte nascondano i sintomi: difficilmente si lamentano o li sentiamo vocalizzare…Il più delle volte ci sembrano solo “diversi dal solito”. Allora, qualche domanda mirata, e noi Medici veterinari scopriamo che magari il nostro micio è un po’ di tempo che si nasconde sotto il letto, si muove poco, non ha voglia di essere toccato. Una delle problematiche cliniche che può affliggere il nostro gatto (e cane) e di cui difficilmente il proprietario può accorgersi, è l’ipertensione sistemica. La causa più comune di questa problematica è la malattia renale cronica, ma anche le malattie cardio-circolatorie. Essendo i sintomi legati all’ipertensione subdoli, spesso ci capita di ricevere in visita gatti che mostrano cecità improvvisa: i proprietari notano un atteggiamento di disorientamento, disappetenza, incoordinazione dei movimenti. Il micio può diventare cieco perché ha subito un distacco retinico! In corso di ipertensione sistemica infatti, falliscono i meccanismi di autoregolazione del distretto vascolare ed aumenta […]
Sono una mamma. E sono un medico veterinario. Ed ho avuto cani e gatti (e pesci rossi, e piccoli roditori…). Credo perciò di possedere una certa esperienza per poter trattare argomenti che mi stanno particolarmente a cuore: bambini ed animali. Come sostiene una ricercatrice in comunicazioni umane della Manchester Metropolitan University, Susan Dawson, possedere un animale, o avere semplicemente la possibilità di passare del tempo con esso, può portare innumerevoli benefici ai nostri bambini. Imparano ad educare (e sono ricompensati per il loro impegno, cosa che può agire in maniera estremamente favorevole sulla loro autostima); ricevono affetto incondizionato; sono più motivati nel parlare di ciò che fanno e nel condividere le proprie esperienze. Analizzando il binomio bambino-animale dal punto di vista medico, cito un paio di articoli che hanno come argomento principale il sistema immunitario dei più piccoli. Nel 2012 la rivista “Pediatrics” pubblica un articolo che esamina il rapporto tra malattie respiratorie dei bambini nel primo anno di vita e benefici apportati dai contatti con cani e gatti; sempre nel 2012, il “Time” pubblica, nella sezione dedicata a salute e benessere, un pezzo intitolato “Perché cani e gatti migliorano la salute dei neonati”. Tutto ciò però non deve farci […]
Gli alieni esistono? Ma soprattutto, ci invaderanno? Non molti sanno che esiste un elenco di specie di esseri viventi definite “specie aliene invasive”. La flora e la fauna del pianeta si sono evolute nel corso di miliardi di anni e gli oceani, i mari, le catene montuose, i deserti e persino i grandi fiumi hanno creato barriere fisiche allo spostamento delle specie, contribuendo in maniera significativa alla grande biodiversità del pianeta e allo sviluppo delle comunità animali e vegetali considerate tipiche di particolari regioni o località. Tuttavia in seguito all’intervento umano sono cadute le barriere che avevano circoscritto lo sviluppo di flora e fauna entro determinate regioni e le varie specie stanno arrivando, accidentalmente o intenzionalmente, in località distanti migliaia di chilometri dal loro habitat naturale. Queste sono le specie aliene. In molti casi le specie aliene si adattano a stento al nuovo ambiente e si estinguono rapidamente, ma altre volte riescono a sopravvivere, riprodursi e insediarsi. In alcuni casi i nuovi arrivati si insediano talmente bene da non rappresentare più solo una curiosità dal punto di vista biologico ma una vera e propria minaccia, causando gravi danni non solo agli ecosistemi ma anche ai raccolti e agli animali di […]
L’ arrivo della stagione calda annuncia la comparsa delle prime zanzare. Queste fungono da vettore per una malattia parassitaria endemica in quasi tutta I’ Italia: la filariosi cardiopolmonare. La filariosi cardiopolmonare e’ una malattia sostenuta da un verme chiamato filaria (Dirofilaria immitis), per la sua forma sottile e allungata. Il parassita viene appunto trasmesso da varie specie di zanzare e colpisce sia cane che gatto mettendo a rischio la loro salute. Le zanzare trasmettono il parassita attraverso il pasto di sangue sui nostri animali. La filaria adulta vive nel cuore e nell’arteria polmonare degli animali colpiti e si riproduce emettendo delle larve microscopiche, dette microfilarie, che restano in circolo nel sangue. Le filarie possono causare danni al cuore e ai vasi polmonari, provocando con il tempo insufficienza cardiaca. Questa malattia si manifesta in modo particolarmente subdolo, soprattutto nel gatto: progressivamente si manifestano dimagramento, facile affaticabilità, scarsa resistenza allo sforzo e tosse. Benchè la filariosi cardiopolmonare possa colpire anche i gatti, questi ultimi sono più resistenti alle infestazioni rispetto ai cani. Si ritiene che la prevalenza complessiva dell’infestazione da filarie adulte nel gatto sia compresa fra il 5-15% di quella riscontrata nei cani della stessa area geografica. La Liguria non è […]
Credo che oramai chiunque adotti un cane sia già al corrente della questione “microchip”: vuoi perché spesso il cucciolo adottato ne è già in possesso, vuoi perché si tratta di un’informazione oramai di dominio pubblico. Quando si parla di microchip per cani si fa riferimento ad un “trasponder”, che si presenta sotto forma di una capsula di vetro biocompatibile. La tecnologia utilizzata per tale dispositivo è denominata “Radio Frequency Identification” e funziona come una radio antenna pronta a ricevere il segnale del lettore Il microchip è stato introdotto come sostituto del tatuaggio, quest’ultimo utilizzato inizialmente per l’anagrafe regionale dei cani, istituita nel lontano 1991, ed è obbligatorio dal 2005: si tratta di un codice di 15 cifre attraverso il quale risalire al proprietario del cane. Oltre a permettere l’iscrizione dell’animale all’anagrafe canina, grazie alla presenza di tale dispositivo, una persona che incrocia sulla propria strada un cane smarrito, potrà rivolgersi al veterinario per avere le informazioni relative al proprietario, favorendo il ricongiungimento. Così come, in caso di smarrimento del proprio cane, la presenza di un microchip potrebbe testimoniarne l’appartenenza alla famiglia d’origine in caso di contenzioso. Attenzione però, che solo un medico veterinario abilitato può inserire il microchip al vostro […]
L’osteoartrite (o artrosi) del gatto, è una malattia sotto diagnosticata e, molto spesso, ignorata. Questo perché difficilmente i nostri mici manifestano dolore, anzi, tendono a nasconderlo, magari appartandosi in luoghi isolati o evitando situazioni che possano peggiorare il disagio (saltare, arrampicarsi, cacciare…). Al contrario di quanto avviene nel cane, il gatto NON zoppica e questo rende ancora più difficile capire se e dove “ha male”. Possiamo considerare campanelli d’allarme situazioni come la minzione inappropriata (il micio non usa più la lettiera), il mancato “grooming” (pulizia del mantello) o la riluttanza a farsi le unghie. Il proprietario è la soluzione del problema. In una situazione come quella appena descritta infatti, esso è la chiave per mettere in luce il problema “artrosi”: solo chi convive quotidianamente con il proprio gatto può accorgersi dei segnali che potrebbero indicare un dolore articolare. In questi casi, più che in altre malattie, noi veterinari abbiamo bisogno di collaborare con un proprietario attento ai minimi cambiamenti delle abitudini e dello stile di vita del suo felino. Del resto, solo da una diagnosi corretta e precoce può nascere un trattamento efficace per questa malattia, capace cioè di alleviare veramente le sofferenze del nostro gatto e di conseguenza migliorarne benessere e qualità di vita. Come nel […]
“Un’esperienza sensoriale ed emozionale spiacevole associata a danno tissutale, in atto o potenziale, o descritta in termini di danno” ; questa è la definizione che la IASP ( International Association for the Study of Pain ) e l’OMS forniscono per il dolore. Il dolore ha una funzione fondamentale quale meccanismo di difesa naturale volto a minimizzare un danno fisico. Il dolore fisiologico, generalmente rapido a comparire e di natura transitoria, gioca un ruolo positivo di segnale d’allarme. Entro certi limiti anche il dolore di tipo infiammatorio conseguente ad un danno di una certa entità può essere considerato un dolore di tipo fisiologico, condividendo con quest’ultimo lo scopo protettivo, evitando l’amplificazione o la propagazione del processo patologico in atto. Quando il dolore non è più associato ad un danno tessutale presente o ad un processo riparativo in atto si parla di dolore patologico. Entrando più nello specifico si parla di dolore neuropatico qualora si presenti come risposta ad un danno del sistema nervoso o dolore funzionale nel caso risulti da un anomalo funzionamento di quest’ultimo. Figurativamente si potrebbe paragonare questa condizione all’attivazione di un antifurto guasto senza la presenza in casa di nessuno. Esso origina da tessuti fortemente danneggiati come conseguenza […]
Le vitamine liposolubili sono, per definizione, in grado di sciogliersi nel grasso: Il loro assorbimento nel tratto gastroenterico è infatti facilitato dalla concomitante presenza di lipidi. Esse possono essere accumulate nell’organismo, soprattutto nel fegato e nel tessuto adiposo; sono A, D, E, K. La vitamina A regola la formazione e il mantenimento degli epiteli, della pelle e dei denti; interviene nella crescita e nel rimodellamento osseo; è un componente del pigmento retinico “rodopsina” necessario per la visione in condizioni di luce debole; partecipa al corretto funzionamento del sistema immunitario; è coinvolta nella spermatogenesi. Ad una sua carenza possono seguire un ritardo di accrescimento, anoressia, cecità notturna, fotofobia, con possibile sviluppo di ulcerazioni della cornea, nonché lo sviluppo di lesioni cutanee. Inoltre, si ha una maggior suscettibilità a infezioni a carico di diversi apparati. D’altra parte, un eccesso di questa vitamina può causare, nel gatto in accrescimento, un’anomalia delle vertebre chiamata spondilosi cervicale deformante, oltre che perdita di peso, possibili fratture spontanee delle ossa, sviluppo di dermatiti squamose o tumefazioni palpebrali. La vitamina A si trova negli alimenti di origine animale e ne sono particolarmente ricchi il fegato, le uova, i latticini e l’olio di pesce (in particolar modo nell’olio di […]
La vita media dei nostri animali da compagnia, si sa, così come quella dell’uomo, si è notevolmente allungata e la conseguenza (o la causa??) è una maggiore attenzione ai loro bisogni e necessità. Perché una cosa è “invecchiare con successo”, quando cioè, per caso o per fortuna, il cervello vecchio ma “ben funzionante” mette in atto una serie di meccanismi e protezioni naturali che ne limitino i deficit, un’altra è quando l’invecchiamento cerebrale diventa patologico. E allora lì si che subentrano i problemi. I disturbi che compaiono, parliamo per lo più di cani e gatti, sono di tipo cognitivo ed affettivo. Quella che per prima viene meno è la “MBT “ (memoria a breve termine: gli acronimi piacciono sempre), per cui gli animali cominciano a mostrare un’alterata percezione dell’ambiente esterno e manifestano deficit mnemonici e di apprendimento: possono, per esempio, dimenticare i comportamenti appresi, iniziando a sporcare in casa, vocalizzare, non ritrovare più vie d’uscita o non riconoscere persone od oggetti una volta noti. Parlando di cani, spesso possono mostrare iperattaccamento al proprietario (…”non mi lascia un attimo!”), o addirittura avere alterazioni giornaliere dell’appetito: un giorno mostrarsi famelici, un altro giorno anoressici. Possono mostrare alterazioni del ritmo sonno/veglia: dormire tutto […]
Nella nostra pratica clinica, l’ovariectomia è uno degli interventi chirurgici più frequenti. Oramai è pratica usuale che, chi possiede un cane femmina, la faccia “sterilizzare”, per diversi motivi, sia di salute che comportamentali. Ultimamente si sente spesso parlare di laparoscopia, tecnica chirurgica che prevede l’asportazione delle ovaie tramite accessi addominali di pochi millimetri: attraverso questi è possibile inserire una microtelecamera e strumenti di alta tecnologia che permettono l’identificazione delle ovaie e la loro asportazione. Ma perché un proprietario dovrebbe scegliere di sottoporre il proprio animale a questa tecnica piuttosto che affidarsi al metodo tradizionale? Perché indubbiamente la laparoscopia offre dei vantaggi: la breccia operatoria è minima; il dolore post-operatorio è ridotto; esiste un minor rischio di infezioni; è minore l’incidenza di aderenze; è possibile esplorare in maniera completa la cavità addominale; vengono applicate delle suture funzionali per evitare il collare elisabetta; si assiste ad una rapida ripresa del paziente; la degenza è ridotta. Esistono però dei casi in cui tale pratica viene sconsigliata: se il paziente soffre di grave cardiopatia; nel caso di insufficienze polmonari; in caso di instabilità emodinamica; se il paziente è obeso; in casi di emorragie addominali; nei casi di peritonite, ecc. Diventa quindi indispensabile, come comunque […]
Can pets at home spread the new coronavirus (2019-nCoV)? L’OMS pubblica una locandina e invita alla condivisione. “Allo stato attuale, non ci sono prove che animali domestici e da compagnia, come cani o gatti, possano essere infettati dal nuovo coronavirus”. Così l’OMS in un avviso ufficiale sul nuovo virus (2019-nCoV), che smentisce il ruolo dei pets di casa sia nella trasmissione della malattia che nell’esposizione al contagio. L’OMS invita a scaricare e a diffondere l’avviso. “Tuttavia- non trascura di aggiungere – è sempre una buona idea lavarsi le mani con acqua e sapone dopo il contatto con gli animali domestici. Questo protegge da vari batteri comuni come E. coli e Salmonella, che sono trasmissibili”. I proprietari di cani cinesi si sono affrettati a comprare maschere per i loro cagnolini in mezzo allo scoppio dell’epidemia mentre presunti esperti cinesi avvertivano (fonte Daily Mail ) che gli animali domestici potrebbero anche essere infettati dalla malattia mortale: il volume delle vendite di maschere per cane è in forte aumento in Cina! La psicosi cinese di far indossare mascherine antivirus ai cani e ai gatti è stata destituita di ogni fondamento dalle autorità sanitarie americane. Il CDC (Centers for Disease Control and Prevention) spiega […]
Al fine di contribuire ad arginare la diffusione del virus è bene seguire le indicazioni in elenco: 1. Non recarsi in ambulatorio se si ha febbre, tosse o raffreddore; 2. Evitare strette di mano; 3. Utilizzare il dispenser di gel sanificante per le mani in sala d’attesa all’ingresso e all’uscita; 4. L’accesso alla sala d’attesa deve essere disciplinato preferibilmente mediante appuntamento telefonico e limitato ad un numero massimo di tre persone, in modo da permettere di rispettare la distanza interpersonale di almeno un metro; 5. Ogni animale potrà essere accompagnato in sala d’attesa da una sola persona; 6. Il contenimento degli animali sarà effettuato dal personale della struttura; il proprietario sarà eventualmente coinvolto su espressa richiesta del Medico Veterinario; 7. Cercare di rispettare l’orario di appuntamento al fine di avere una sala d’attesa non affollata; 8. Si consiglia di tenere la distanza di un metro con lo staff e le altre persone; 9. Entrare in ambulatorio esclusivamente per le visite. Per appuntamenti, ritiro referti, richiesta della ricetta elettronica o informazioni di qualsiasi genere si prega di telefonare. Quando possibile utilizzeremo la posta elettronica per l’invio di documentazione. In questo momento difficile, con la Vostra collaborazione, avremo modo di preservare la Vostra salute e […]