Can pets at home spread the new coronavirus (2019-nCoV)?
L’OMS pubblica una locandina e invita alla condivisione. “Allo stato attuale, non ci sono prove che animali domestici e da
compagnia, come cani o gatti, possano essere infettati dal nuovo coronavirus”. Così l’OMS in un avviso ufficiale
sul nuovo virus (2019-nCoV), che smentisce il ruolo dei pets di casa sia nella
trasmissione della malattia che nell’esposizione al contagio. L’OMS invita a scaricare e a diffondere
l’avviso. “Tuttavia- non trascura di aggiungere –
è sempre una buona idea lavarsi le mani con acqua
e sapone dopo il contatto con gli animali domestici. Questo protegge da vari batteri comuni come
E. coli e Salmonella, che sono trasmissibili”.
I proprietari di cani cinesi si sono affrettati a comprare
maschere per i loro cagnolini in mezzo allo scoppio dell’epidemia mentre presunti esperti cinesi
avvertivano (fonte Daily Mail ) che gli animali domestici potrebbero anche essere infettati dalla
malattia mortale: il volume delle vendite di maschere per cane è in forte aumento in Cina!
La psicosi cinese di far indossare mascherine antivirus ai cani e ai gatti è stata destituita di ogni
fondamento dalle autorità sanitarie americane.
Il CDC (Centers for Disease Control and
Prevention) spiega che il passaggio del virus ai cani o ai gatti è privo di evidenze scientifiche.
I Coronavirus sono una grande famiglia di virus, ma i Coronavirus che possono riguardare i pets
sono noti da tempo, svolgono un ruolo importante nelle patologie del gatto e del cane, come
anche del suino e del bovino, mentre in campo umano sono diventati particolarmente “famosi“,
con l’epidemia di SARS (Severe Acute Respiratory Syndrome), sostenuta anch’essa da un
Coronavirus, che nel 2003 provocò la morte di 774 persone nel mondo.
Solo unaprospettiva “One Health”che vede un’importante collaborazione tra i medici, veterinari e non,
può promuovere percorsi che portano al successo e allo scambio di esperienze tra gli ambiti della veterinaria, della
salute umana e dell’ambiente; si pensi ad esempio alla prevenzione, alle misure di controllo volte
a evitare la diffusione e la trasmissione di infezioni dagli animali all’uomo.
Ma che cos’hanno in particolare i Coronavirus? Sono virus che facilmente giocano al salto di specie; in veterinaria come
abbiamo visto, il virus dal gatto è passato al cane oppure viceversa, come il Coronavirus felino di
Tipo 2, un chiaro esempio di virus del cane passato nel gatto.
Nella SARS si è visto come il virus di un pipistrello potesse passare all’uomo, e questa fu una lezione importante data a tutto il mondo
scientifico: fare attenzione al salto di specie!
Questa lezione, però, non è stata sufficiente per mettere in atto, successivamente, una serie di
misure che potessero limitare questi passaggi dai pipistrelli all’uomo, senza neanche vietarne il
commercio per l’alimentazione.
Tutt’altra cosa è il nuovo virus (2019-n-CoV), identificato per la prima volta in Cina a dicembre.
Ma “non c’è motivo di pensare che animali o pets possano essere una fonte di infezione da questo
nuovo Coronavirus”- scrivono le autorità sanitarie americane. Non ci sono casi di pets né di
animali in generale colpiti da 2019-nCoV.
Quindi non dobbiamo preoccuparci per gli animali domestici o altri animali nei confronti del 2019-
nCoV. Vero è che questo virus sembra essere emerso da una fonte animale, ma ora si sta
diffondendo da persona a persona.
CDC raccomanda che le persone che viaggiano in Cina evitino gli animali sia vivi che morti, ma non c’è motivo di pensare che gli animali domestici a casa nostra
possano essere una fonte di infezione da questo nuovo Coronavirus.
Spesso sui media i commenti e gli approfondimenti sul nuovo Coronavirus sono affidate alla virologa italiana più conosciuta ed
affidabile, la veterinaria Ilaria Capua, che purtroppo non ha dubbi:
“quest’infezione non andrà via
in una settimana e arriverà anche in Italia. Farà il giro del mondo e combinerà guai nei Paesi più
poveri, quindi organizziamoci”.
Come anche lei ha dichiarato, si tratta del terzo Coronavirus che ha
fatto il salto di specie, quindi abbiamo bisogno, per organizzarsi e combatterlo, di dati attendibili e
non di fake news.