Più del 70% dei cani e gatti è affetto da malattie dentali. Se gli stessi dati si riferissero, ad esempio, ad una patologia cutanea, si potrebbe pensare ad una vera e propria epizoozia, cioè alla diffusione di una malattia infettiva che interessa animali della stessa specie.
Ma perché la malattia odontoiatrica non riceve la stessa considerazione di altre patologie di cani e gatti?
Innanzitutto occorre indagare il nostro approccio come medici veterinari alla salute dentale: quanto è importante per noi che i nostri pazienti abbiano un cavo orale sano? Cani e gatti nel nostro ambulatorio ricevono le cure dentali che riteniamo siano le migliori possibili?
Le affezioni che colpiscono denti e gengive sono sicuramente responsabili di un ridotto benessere dei nostri animali. E’ importante comprendere che un nostro intervento nella prima fase della malattia dentale, quando l’interessamento di denti e gengive non rappresenta ancora una situazione grave, può avere un impatto ben diverso da un intervento nella seconda fase, quando avviene un coinvolgimento parodontale ormai irreversibile, con danni alle radici ed alle basi ossee.
Nella prima fase di malattia la difficoltà sta nel proporre al proprietario un intervento in anestesia generale su denti apparentemente in buone condizioni: quanti di voi non hanno remore nel fare addormentare il proprio animale, quando non sembra ci siano segni evidenti di malattia?
Un recente studio inglese ha rivelato che il 60% dei proprietari di cani e gatti ritiene naturale la caduta dei denti durante il normale processo di invecchiamento dell’animale, e che il 71% ritiene che le malattie dentali affliggano solo il 2% dei cani e gatti.
L’obiettivo di noi medici veterinari è quello di informare ed educare i proprietari spiegando loro l’importanza delle cure e dell’igiene da effettuare a casa.
In termini meno teorici, l’intervento precoce può realizzarsi effettuando regolarmente il controllo del cavo orale nei cuccioli e gattini al momento della prima vaccinazione, e successivamente ad intervalli regolari. La minore compliance del proprietario, cioè la sua accettazione di uno stato patologico che riguarda il proprio pet ed una relativa terapia, si manifesta in questa fase, dove dobbiamo essere in grado di spiegare l’importanza di intervenire su denti apparentemente sani; quindi occorre informare sui rischi e sull’irreversibilità del passaggio a una fase 2 di malattia.
Uno studio americano ha evidenziato che solo il 15% dei proprietari accetta di intervenire in fase 1, mentre il 35% si convince in fase 2 di malattia.
Infine, fondamentale è sollecitare le cure dentali da effettuare in ambito domestico: pulizia giornaliera con lo spazzolino ed alimentazione corretta. Oggi esistono alimenti di alta qualità formulati appositamente per favorire la salute dentale, riducendo la formazione di tartaro e/o placca. Forse, la quotidianità che caratterizza questo piccolo gesto, può favorire il nostro intento di prevenzione.