Se vi accorgete che ultimamente dovete cambiare la lettiera del vostro micio un po’ troppo spesso, non sarà perché tale micio abbia pensato bene di invitare l’amico della porta accanto ad usufruire della propria toilette, ma sarà probabilmente perché fa più pipì del normale. Questo fatto, che chiamiamo “poliuria”, rappresenta uno dei sintomi del diabete mellito nel gatto, così come nel cane.
Il diabete compare con maggior frequenza nei soggetti di età più avanzata e, per il cane, vi è anche una predisposizione genetica: proprietari di yorkshire terrier, labrador e golden retriever, pastori tedeschi, barboncini, chow chow, beagle, dobermann, springer spaniel, west highland white terrier, drizzate le orecchie!
Tra i gatti invece sono più a rischio quelli in sovrappeso e che conducono una vita sedentaria: guarda caso, i fattori predisponenti sono gli stessi che per l’uomo.
Oltre all’aumento della produzione di urina (“pulce nell’orecchio”, per rimanere in tema, anche per coloro che notano il proprio gatto fare pipì fuori dalla cassettina) i soggetti diabetici possono mostrarsi letargici e famelici ma, nonostante questo, perdere peso.
Lunedì 6 novembre si è svolta a Roma la presentazione della Giornata Mondiale del Diabete, dove, seguendo un approccio “one health”, medicina umana e veterinaria hanno affrontato le medesime problematiche inerenti questa “subdola” malattia.
Secondo dati ben documentati, l’incidenza del diabete mellito nel cane e nel gatto è di circa 1 su 500: il problema è che noi veterinari facciamo ancora fatica a far arrivare ai proprietari il messaggio dell’importanza della diagnosi precoce, grazie alla quale, assieme ad uno stile di vita sano, una dieta idonea ed una corretta terapia insulinica, potremo gestire con successo la salute del nostro animale diabetico.