Ebola cani e gatti sono a rischio

Il virus Ebola, della famiglia Filoviridae, provoca nell’uomo e nei primati non umani una grave malattia spesso mortale se non trattata.La prima comparsa del virus risale al 1976, quando si verificarono due focolai contemporanei, in Congo e in Sudan; l’origine del virus non è nota, ma sulla base delle evidenze disponibili i pipistrelli della frutta, una famiglia di pipistrelli che si trova nell’Africa sub sahariana, in vicino oriente, India e Oceania,  sono considerati i probabili ospiti di questo patogeno. Il virus Ebola non è molto resistente nell’ambiente esterno, ed è ucciso facilmente da sapone, candeggina, luce solare ed asciugatura, per cui per la trasmissione della malattia è necessario lo stretto contatto con fluidi corporei (sangue, plasma, etc) e secrezioni (feci, urine,saliva, etc)  di un individuo infetto.

Nelle aree rurali dell’Africa, il virus Ebola può infettare i mammiferi e in effetti è così che si diffonde, verosimilmente dai pipistrelli, agli animali che vivono nelle foreste ed alle persone che cacciano questi animali dando inizio all’epidemia,  come spiega Tom Frieden, direttore degli U.S. Centers for Disease Control and Prevention.

Ma qual è la situazione riguardo ai nostri animali domestici?

Il cane può essere infettato dal virus Ebola ma non manifesta sintomi della malattia e l’infezione alla fine scompare.

Secondo David Moore, esperto di malattie infettive della London School of Hygiene and Tropical Medicine poichè nessun cane ha mostrato i sintomi di Ebola “non vi sono assolutamente evidenze a sostegno di un ruolo del cane nella trasmissione” del virus; a conferma di ciò ad oggi non vi sono casi documentati di diffusione di Ebola dall’uomo al cane o viceversa.

Considerando che la principale fonte di infezione nei canidi selvatici appare essere l’ingestione di carcasse di animali a loro volta infetti, nei nostri cani, che abitualmente si nutrono con alimenti preconfezionati o comunque carni per alimentazione umana e quindi sottoposte a severi controlli veterinari, sembra estremamente improbabile una infezione per via alimentare.

Il gatto sembra essere immune all’infezione; il virus non è mai stato riscontrato in alcun felino selvatico africano.

Per quanto riguarda gli uccelli ci sono pochi dati, mentre è documentato un caso di trasmissione del virus da suino a uomo nelle Filippine, anche se il ruolo dei suini nella trasmissione naturale e nell’ecologia del virus Ebola in Africa è ancora sconosciuto, considerato che i suini infetti non mostrano alcun sintomo o solo sintomi lievi, così come altre specie fra cui cavie, capre e cavalli.

In conclusione l’Ebola si trasmette alla popolazione umana attraverso lo stretto contatto con sangue, secrezioni, tessuti, organi o fluidi corporei di animali infetti; in Africa l’infezione è avvenuta attraverso la manipolazione di scimpanzé, gorilla, pipistrelli della frutta, scimmie, antilopi di foresta e istrici infetti trovati malati o morti o catturati nella foresta pluviale; comunque poiché “ la malattia letale ad oggi è stata osservata soltanto nell’uomo e nei primati e in poche specie di animali selvatici, sembra che la principale via di trasmissione sia il contatto tra uomo e uomo”, come afferma John Blackwell, Presidente della British Veterinary Association.

Dr.ssa Alessandra Malavasi