Nei nostri animali i fatti ischemici e le emorragie cerebrali sono eventi più rari rispetto a quanto non si osservi nell’uomo, dove il termine più comune che si adotta in questi casi è quello di “ictus”. In medicina veterinaria si parla piuttosto di Accidenti Cerebro Vascolari (CVA), rappresentati da forme ischemiche od emorragiche.
L’ischemia è provocata da una riduzione del flusso sanguigno in un’area cerebrale, per la presenza di un trombo o di un embolo, mentre l’emorragia è causata da una rottura di un vaso nel parenchima cerebrale o nello spazio subaracnoideo, cioè lo spazio compreso tra due meningi.
Nel cane e nel gatto, ma soprattutto nel primo, quando si parla di infarti cerebrali si fa per lo più riferimento a forme ischemiche: queste rappresentano circa il 70 % dei casi; sono spesso forme transitorie, paragonabili ai TIA (Transient Ischemic Attack) della medicina umana. Esse causano sindromi neurologiche caratterizzate da insorgenza improvvisa di sintomi convulsivi, o molto spesso “vestibolari”, e non progressivi, cioè autolimitanti oltre le prime 24-48 ore; il grado di miglioramento dipende dalla localizzazione e dall’estensione della lesione.
Tutte le aree encefaliche possono essere coinvolte, perciò la sintomatologia varia, per tipologia e gravità, a seconda della zona interessata.
Qualora venissero coinvolti gli emisferi cerebrali, che formano il cosiddetto encefalo anteriore, i sintomi che si osservano sono quelli caratterizzanti la sindrome prosencefalica: andatura compulsiva (cioè continua, senza meta), tendenza a camminare in circolo e deficit propriocettivi; nel caso venga interessato il tronco encefalico, si possono osservare alterazioni dello stato mentale (come la depressione del sensorio o lo stato stuporoso), sintomi vestibolari centrali (molto comuni, come la tendenza a cadere verso un lato, rotazione della testa ruotata ed il nistagmo, cioè un rapido movimento involontario dei bulbi oculari), deficit monolaterali dei nervi cranici e, di nuovo, alterazioni propriocettive.
Ancora, può essere colpito il cervelletto (sindrome cerebellare) ed allora si manifestano deficit dell’equilibrio, incapacità a mantenere la stazione, deficit visivi o dismetrie. In particolare, la sindrome cerebellare può colpire i cani giovani ed appartenenti ad alcune razze, quali i Weimaraner, che sembrano essere predisposte al cosiddetto infarto cerebellare.
Le cause più frequenti di CVA in medicina veterinaria sono l’iperadrenocorticismo, le malattie renali croniche, l’ipotiroidismo, l’ipertensione, le cardiomiopatie, la migrazione di emboli settici, parassitari o, più raramente, neoplastici.
In questi casi una visita clinica generale deve essere seguita da un esame neurologico che ha lo scopo, intanto, di riconoscere che il paziente sia in effetti neurologicamente anormale ed, in seguito, di localizzare la lesione, per poter stilare una serie di diagnosi differenziali.
Gli esami del sangue possono evidenziare problemi metabolici sottostanti, ma la diagnosi viene confermata solo attraverso una risonanza magnetica (RMI) od una tomografia computerizzata (TC) del cranio.
Il trattamento delle forme infartuali in medicina veterinaria è per lo più di supporto, a seconda dell’area cerebrale colpita e della gravità dei sintomi.
Ovviamente, se esistono cause sottostanti predisponenti, andranno curate queste ultime con una terapia mirata, ma in questo caso la possibilità di recidiva sarà piuttosto elevata e la prognosi riservata.