Come non renderci conto ormai che l’ipotesi che il ruolo del cane o del gatto nella società odierna vada oltre il semplice “far compagnia”, riconoscendone invece la capacità di apportare miglioramenti alla salute dell’uomo? Sul piano del benessere fisico, mentale, sociale.

Con circa 60 milioni tra cani e gatti gli italiani si dimostrano sempre più amanti dei pets, desiderando garantire loro un’elevata qualità di vita, a partire da una corretta alimentazione.

Negli ultimi anni, a fianco alla vastissima gamma di alimenti industriali presenti sul mercato, pensati per tutti gli stati fisiologici dell’animale, si sta assistendo al ritorno ad un’alimentazione di tipo casalingo, affiancato da alcune tendenze emergenti, come ad esempio quelle che riconoscono nel cane moderno l’esigenza di nutrirsi come l’antenato da cui prende origine, il lupo.

Qual è la dieta migliore per un cane o per un gatto? Una risposta in termini assoluti non esiste: sarebbe meglio chiedersi, piuttosto, quale sia la scelta alimentare più adatta per il singolo animale, a seconda delle diverse esigenze del soggetto e, perché no, del suo proprietario.

Come regola generale, sia che lo si acquisti pronto, sia che si decida di prepararlo noi, l’alimento per il nostro animale, per poter essere definito “correttamente formulato”, deve avere in primis due caratteristiche imprescindibili: l’essere completo e bilanciato sotto il profilo nutrizionale. E’ necessario cioè che l’alimento contenga tutti i nutrienti di cui l’animale necessita ogni giorno, e che questi siano presenti nelle giuste quantità e proporzioni, al punto da poter essere somministrato anche invariato per tutta la vita dell’animale.

E’ importante però anche che il nostro animale mangi volentieri ciò che gli si presenta nella ciotola quotidianamente: ecco il concetto di “appetibilità”, che dipende innanzitutto dagli ingredienti, dalla loro origine (animale o vegetale), dal loro grado di freschezza, dall’eventuale cottura, nonché dalle caratteristiche intrinseche del pasto (odore, sapore e consistenza).

Non dimentichiamo poi  quelli che possono essere i gusti individuali: intanto sia il cane che il gatto preferiscono materie prime di origine animale (carne, pesce, organi come fegato e reni), ma è anche noto che i felini abbiano un comportamento più selettivo nei confronti dell’alimento, per esempio per quanto riguarda il grado di freschezza (alzi la mano chi non ha mai dovuto buttare una scatoletta aperta da poche ore, altezzosamente snobbata dal nostro caro micio).

Invece, nonostante ci siano anche tra cani soggetti più selettivi di altri, il rifiuto del cibo da parte di essi è più facile sia attribuibile ad uno stato di malessere, oppure ad una forma di capriccio, collegato alla consapevolezza che, magari, nella ciotola possa capitare un piccolo “extra”, oppure, meglio ancora, dalla tavola potrebbe cadere qualcosina…

Se da una parte la scelta di cucinare per il proprio animale può sembrare scontata (“tanto devo preparare per il resto della famiglia…”), dall’altro può rivelarsi meno semplice di quanto ci si aspetti: spesso infatti si tralascia il fatto che le diete preparate in casa possano essere carenti di alcuni nutrienti essenziali o, al contrario, fornire un eccesso di nutrienti.

L’errore più comune in cui si può cadere è quello di affidarsi alle informazioni cercate sul web, informazioni spesso date da persone con scarse competenze in materia di alimentazione animale e che riescono solo a confondere le idee.

La decisione di come riempire le ciotole dei nostri animali deve essere allora raggiunta valutando molti fattori, dal loro stile di vita, ai loro gusti, alla nostra disponibilità di tempo.

Così come in medicina umana, anche noi medici veterinari riconosciamo ormai nell’alimentazione un ruolo fondamentale a sostegno della salute e delle aspettative di vita dei nostri cane e gatti.