“…Dottoressa, il mio cane mi guarda di traverso!”. “Ehm, signora, non credo: piuttosto il suo cane potrebbe mostrare un’ “head tilt”…”
Atassia generalizzata (incoordinazione al movimento), nistagmo (movimento ritmico involontario dei bulbi oculari, caratterizzato da fase lente e veloci), inclinazione della testa, movimento di maneggio (movimenti in circolo), caduta di lato o rotolamento, sono tutti sintomi che caratterizzano, come per sua definizione, una sindrome: la sindrome vestibolare.
Il sistema vestibolare è costituito da una componente periferica, che comprende un organo recettore posto nell’orecchio interno ed il nervo vestibolare, e da una componente centrale, intracranica, formata dai nuclei vestibolari del tronco cerebrale e da alcune regioni del cervelletto. Il sistema vestibolare risponde agli effetti della gravità, mantiene l’equilibrio durante il movimento e coordina i movimenti della testa e degli occhi.
La sua insufficienza rappresenta una delle malattie neurologiche più frequenti nella pratica clinica dei piccoli animali. Per noi veterinari, il passo più importante è quello di localizzare con precisione la lesione al sistema vestibolare, verificando se essa coinvolga le strutture centrali o periferiche: ciò sarà infatti fondamentale per le successive decisioni che eventualmente dovremmo prendere in materia di diagnosi, prognosi e terapia.
Dunque, “orecchio o cervello”?
Se capita di visitare un cane con uno o più dei sintomi citati in precedenza, ma senza deficit neurologici che dimostrino un coinvolgimento del cervello, saremo di fronte ad una malattia periferica. Ed è su questa che verte in particolare l’articolo.
In realtà non è del tutto vero che nella sindrome vestibolare periferica non siano coinvolte strutture facenti parte del sistema nervoso: molto spesso infatti un cane può essere affetto da una paralisi della muscolatura facciale, mostrando un abbassamento del labbro o dell’orecchio, perdita del riflesso palpebrale o della risposta ala minaccia; possono essere coinvolte le fibre del sistema nervoso simpatico (che corrono attraverso l’orecchio medio fino all’occhio), provocando così la “sindrome di Horner”: ptosi palpebrale (ridotta apertura delle palpebre), miosi pupillare (ridotto diametro della pupilla), procidenza della terza palpebra ed enoftalmo.
L’otite media/interna rappresenta l’eziologia sottostante di circa il 50% dei pazienti affetti da sindrome vestibolare periferica. Ma! Ai proprietari particolarmente scrupolosi nell’igiene del proprio pet, raccomando di stare attenti al lavaggio delle orecchie, in quanto la clorexidina, disinfettante componente la maggior parte dei prodotti di pulizia dell’orecchio, può essere ototossica e perciò, paradossalmente, implicata nello sviluppo di otiti.
Alcune razze sono geneticamente predisposte alla malattia: parliamo di Akita Inu, Cocker spaniel, Pastore tedesco, Beagle, Dobermann e Tibetan terrier.
Nella diagnosi delle otite medie/interne di fondamentale importanza è la diagnostica per immagini, rappresentata sia dalla radiografia convenzionale (secrezioni infiammatorie od alterazioni proliferativo/distruttive possono essere osservate a carico delle bolle timpaniche), sia dalla diagnostica per immagini avanzata (Tomografia computerizzata, risonanza magnetica).
Nell’algoritmo diagnostico delle sindromi vestibolari deve anche essere compreso il test per escludere l’ipotiroidismo: i cani anziani infatti, pur non mostrando altri segni legati a tale disfunzione (indolenza, obesità, alterazioni del mantello, polifagia, polidipsia), avranno segni vestibolari ad esordio acuto come unica manifestazione della malattia.
Volevo accennare ad una particolare forma di sindrome vestibolare periferica, cioè quella che affligge i nostri cani anziani ed è anche chiamata, per questo, sindrome vestibolare geriatrica (o idiopatica).
Si tratta di un disturbo vestibolare acuto dove i segni clinici sono molto marcati, motivo per cui hanno spesso effetto “devastante” sui proprietari: atassia estrema (a volte con incapacità a deambulare), inclinazione della testa (il famoso “head tilt”) e nistagmo orizzontale o rotatorio.
La cosa frustrante è che non esiste terapia specifica.
A volte possono essere utili farmaci antiemetici, dato che, in confronto anche con la medicina umana, tale sindrome può essere sovrapponibile ad una labirintite e provocare perciò senso di nausea e vomito.
C’è di positivo che, spesso, i sintomi migliorano in pochi giorni ed il primo segno di guarigione è la riduzione dell’intensità del nistagmo. Anche se la sintomatologia può scomparire del tutto entro 4-5 settimane, l’inclinazione della testa può diventare permanente: il nostro amico continuerà per un po’ a guardarci storto!