Nella nostra pratica clinica, l’ovariectomia è uno degli interventi chirurgici più frequenti. Oramai è pratica usuale che, chi possiede un cane femmina, la faccia “sterilizzare”, per diversi motivi, sia di salute che comportamentali.
Ultimamente si sente spesso parlare di laparoscopia, tecnica chirurgica che prevede l’asportazione delle ovaie tramite accessi addominali di pochi millimetri: attraverso questi è possibile inserire una microtelecamera e strumenti di alta tecnologia che permettono l’identificazione delle ovaie e la loro asportazione.
Ma perché un proprietario dovrebbe scegliere di sottoporre il proprio animale a questa tecnica piuttosto che affidarsi al metodo tradizionale? Perché indubbiamente la laparoscopia offre dei vantaggi: la breccia operatoria è minima; il dolore post-operatorio è ridotto; esiste un minor rischio di infezioni; è minore l’incidenza di aderenze; è possibile esplorare in maniera completa la cavità addominale; vengono applicate delle suture funzionali per evitare il collare elisabetta; si assiste ad una rapida ripresa del paziente; la degenza è ridotta.
Esistono però dei casi in cui tale pratica viene sconsigliata: se il paziente soffre di grave cardiopatia; nel caso di insufficienze polmonari; in caso di instabilità emodinamica; se il paziente è obeso; in casi di emorragie addominali; nei casi di peritonite, ecc.
Diventa quindi indispensabile, come comunque anche nel caso della chirurgia tradizionale, qualche giorno prima dell’intervento sottoporre il paziente ad una visita accurata ed eseguire eventuali accertamenti: visita anestesiologica e, se necessari, esami del sangue e radiografie del torace.
L ‘intervento di laparoscopia permette di affrontare la chirurgia del paziente nel pieno rispetto del benessere animale, potendo il proprietario decidere di far percorrere al proprio cane la via operatoria meno invasiva.