Ora, dato che molti dei lettori di questa rubrica saranno “gattofili”, immagino siano già ampiamente istruiti su ciò di cui tratta questo articolo.

Chi non sa che a tali sintomi bisogna drizzare le orecchie, alzi la mano: Il micio urina fuori dalla cassetta, oppure prova a fare pipì ma non riesce, il micio tende ad isolarsi, mangia poco, ha la pancia gonfia…Allarme!!

Parliamo di patologie delle basse vie urinarie del gatto, o “FLUTD” per gli addetti ai lavori (gli acronimi vanno sempre di moda).

Si tratta di un insieme di patologie che possono colpire la vescica e/o l’uretra del gatto e che si osservano più frequentemente nei soggetti di 4-7 anni.

Secondo la letteratura, sembra che solo nel 20% dei casi l’eziologia sia da attribuire ad urolitiasi (calcoli e cristalli urinari), mentre pare che circa il 60% dei mici soffra di cistite idiopatica (“FIC”); la causa? Lo stress.

E’ vero, spesso si è portati a considerare Micio l’animale domestico più rilassato, indipendente, mai domo; ed è così. Ma non tutti sanno che, in realtà, il gatto è estremamente sensibile: cambiamenti di ambiente, co-abitazione con altri animali, condivisione del territorio, variazioni del nucleo familiare…sono condizioni stressanti per Micio.

Nel caso dei gatti con FIC lo stress si manifesta con paura, aggressività, tendenza a nascondersi, anoressia. La spiegazione è neurologica: viene attivato l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene (aumenta l’attività del locus ceruleus, area cerebrale preposta alla vigilanza ed all’attività autonoma) e si hanno quindi incremento della liberazione di catecolamine e glucocorticoidi ed innalzamento dei livelli di cortisolo urinario. Si parla perciò di infiammazione neurogena ed all’origine del problema sta l’incapacità del soggetto di gestire la situazione ambientale.

I gatti con FIC rispondono allo stress aumentando il consumo di cibo e acqua e l’autotoelettatura: viene a mancare il feedback negativo al sistema nervoso centrale e di conseguenza aumentano, a livello della vescica, le fibre del dolore ed i relativi recettori, stimolando la permeabilità vascolare e determinando edema ed infiammazione della mucosa.

In questi casi noi veterinari dovremmo essere, al solito, attentissimi all’anamnesi che raccogliamo, in modo da pianificare il nostro iter diagnostico, finalizzato a distinguere i casi di FLUTD idiopatici da quelli causati da una patologia identificabile (urolitiasi, tappi uretrali, cistite batterica…).

Analisi completa dell’urina, con urinocoltura ed antibiogramma, seguita da radiografie in bianco e con mezzo di contrasto ed eventualmente da ecografia, sono le procedure standard per un gatto che mostra i primi sintomi di affezione alla basse vie urinarie.

Nei casi gravi, soprattutto se ricorrenti, possono essere necessari ulteriori accertamenti quali cistoscopia ed esami citologici od istopatologici su campioni prelevati mediante aspirazione o biopsia.

Il sospetto diagnostico di FIC viene emesso in mancanza di riscontri patologici negli esami eseguiti.

La FIC è una condizione che spesso può essere autolimitante, risolvendosi cioè autonomamente nell’arco di qualche giorno. Il consiglio è però sempre quello di adottare qualche misura per trattare tale condizione, potendo essere dolorosa e causa di alterazioni comportamentali.

I primi interventi da seguire, sempre parlando della forma idiopatica di cistite felina, sono estremamente semplici, come ridurre il più possibile lo stress ambientale con interventi, calibrati caso per caso, che potranno andare dall’uso di feromone facciale sintetico felino, a quello di blandi ansiolitici (meglio sempre evitare il sovraffollamento e per certi gatti la soluzione del problema coincide con il cambiare casa).

FONDAMENTALE è la modificazione della dieta: l’obiettivo è diluire le urine ed il modo più immediato per farlo è fare in modo che Micio beva di più: come? Prediligendo il cibo umido e adottando abbeveratoi a fontanella”, spesso molto graditi dai gatti, al posto delle solite ciotole.

Concludendo, ecco perché è sempre bene avere in mente una delle caratteristiche di Micio, l’estrema pulizia, e ricordare che una pipì fuori dalla cassetta può rappresentare un campanello d’allarme per una delle patologie più frequenti e, ahimè, frustranti del gatto.