“Core” o “non-core“: non sono esercizi di corpo libero, ma termini eleganti per indicare cosa è essenziale e cosa no. Vaccinare i nostri cani e gatti è essenziale, ne va della loro salute e della nostra; già, perchè si tratta di salute pubblica, e questo deve essere chiaro: ogni proprietario dovrebbe sapere che la protezione sanitaria del proprio pet – anche quello che vive spesso in casa – concorre a proteggere la sanità  pubblica del Paese.

Per definizione la vaccinoprofilassi si effettua per creare uno stato immunitario nei confronti di una o più malattie e rappresenta un presidio preventivo fondamentale per la salute degli animali.

Si, ma quali e quante vaccinazioni dovrà  fare il mio pet, e con quale cadenza? Sta a noi veterinari consigliare un piano “personalizzato”, perchè ogni animale  va sempre considerato come un paziente singolo, nella sua unicità .

Parlando di cani, in Italia troviamo quattro tipi di vaccinazioni obbligatorie: parvovirosi (contro la gastroenterite emorragica), cimurro (contro un virus che può colpire il sistema nervoso, respiratorio e gastroenterico del cane) ed epatite infettiva (colpisce principalmente i cuccioli tra i 3 e i 12 mesi).

I vaccini “non-core” sono invece quelli che proteggono contro la leptospirosi, la tracheobronchite infettiva e la leishmaniosi.

La maggior parte dei cuccioli è protetta dall’immunità  materna nelle prime settimane di vita, perciò la nostra raccomandazione è quella di iniziare con i vaccini core a 6-8 settimane, ed effettuare richiami ogni 2-4 settimane fino ai 4 mesi di età  o più. Le linee guida suggeriscono quindi di effettuare un richiamo dopo le 26 settimane (tra le 26 e le 52 in realtà ). Dopo l’anno di età  il consiglio che diamo è quello di far effettuare al nostro cane almeno una visita annuale, durante la quale si deciderà  il protocollo vaccinale adeguato.

Per i vaccini “non-core” nel cucciolo è indicato somministrarli con le stesse modalità  ed intervalli previsti per i vaccini core; fa eccezione la leptospirosi, per la quale sono necessarie due somministrazioni a distanza di 2-4 settimane, la prima effettuata ad almeno 8 settimane di vita.

La prima data utile per le vaccinazioni dei gatti invece è intorno ai 2-3 mesi, dopodichè si procede ai richiami dopo 2 o 4 settimane, che diventano poi annuali.

Le vaccinazioni obbligatorie per gatti sono di due tipi: trivalente e pentavalente. La prima è per i gatti casalinghi, la seconda per i “girovaghi”. La trivalente unisce vaccinazioni contro la rinotracheite, la calicivirosi (entrambe infezioni virali delle prime vie respiratorie) e la gastroenterite virale (panleucopenia infettiva), che colpisce tutti i tessuti del corpo, soprattutto quelli nel tratto digestivo). La pentavalente aggiunge vaccini contro la clamidiosi (congiuntivite, rinite, ulcere in bocca, starnuti e tosse, in alcuni casi febbre e problemi polmonari) e la leucemia felina (si trasmette attraverso saliva o secrezioni nasali).

Entrambi i pet, in quanto carnivori, sono soggetti alla rabbia silvestre che in Italia è stata debellata, ma non in tutta l’Unione Europea: se si viaggia al di fuori dei confini nazionali non è permesso imbarcarsi su un aereo o su una nave senza il certificato sanitario (“pet passport”), il quale attesta l’avvenuta profilassi antirabbica.

Infine, un consiglio è quello di far eseguire le visite e le vaccinazioni solo da un veterinario, meglio se dallo stesso: avere una figura di riferimento che conosce bene il nostro pet e le sue esigenze è utile per noi e rassicurante per lui.